Quale fotografo professionista mi capita sovente di essere interpellato circa l’opportunità o meno di intervenire sulle immagini durante i miei lavori professionali. Le brevi considerazioni qui enunciate prendono spunto essenzialmente dai miei lavori in ambito di fotografia di interni ma vanno bene per qualsiasi altra situazione fotografica.
Direi che l’intenzionalità di apportare o meno dei correttivi, sia in fase di ripresa che post-produzione dipenda dalla situazione; comunque vorrei far notare che noi normalmente quando siamo immersi in un contesto, sia esso naturale o in interni, riusciamo a percepirne suoni, odori e profondità. Cosa ben diversa in fotografia dove usualmente abbiamo due sole dimensioni: l’altezza e la larghezza. Ultimamente la fotografia immersiva a 360° tramite la realizzazione di accurate immagini equirettangolari sferiche ci è venuta di aiuto e riesce a colmare in parte questa lacuna restituendoci l’illusione della profondità.
Orbene, io penso che sostanzialmente in fotografia (e non mi riferisco a quella artistica ovviamente) non si tratti di “falsare” o peggio “mistificare” la realtà delle cose ma di renderle al meglio delle loro possibilità.Mi spiego, facciamo l’esempio delle immagini presenti in maniera massiccia sulle bacheche o vetrine di numerose agenzie immobiliari.Cosa vediamo? Spesso luci bianche che entrando dalle finestre a mo’ di astronavi aliene vanno a snaturare completamente la realtà del contesto restituendoci piu’ una scena da Incontri Ravvicinati del terzo tipo che la effettiva realtà della situazione che è spesso quella di una camera, seppur modestamente arredata, con probabilmente una bella vista al di fuori o comunque qualcosa di interessante da intravvedere. O peggio ambienti e locali talmente bui dove non si riesce neanche a distinguere il colore di arredi o cose. Per non parlare dell’utilizzo non corretto di ottiche e obiettivi che se impiegati senza esperienza possono compromettere completamente la corretta percezione di spazi e ambienti. E comunque tra i due estremi sarà sempre meglio fare vedere qualche particolare in piu’ che in meno. Come è possibile con simili premesse mettere correttamente in relazione luoghi e cose verso coloro che li stanno ricercando?
Nella casistica appena citata otterremo sicuramente fotografie “artefatte” che non trasmettono alcuna emozionalità mentre non lo è la fotografia che utilizzando tecnica e competenza fa si che la visione dell’ambiente si avvicini il più possibile alla situazione reale. Una bella immagine oltre che a focalizzare l’attenzione e a far confluire verso essa interesse e attenzione dell’utente è anche rispettosa delle aspettative di coloro che investono nella nostra professionalità e esperienza, non dimentichiamolo mai.
Chi ricerca un alloggio spesso non ha molto tempo o addirittura delega alle volte la ricerca a amici o conoscenti. A parità di budget e tempi la scelta per chi ha fretta ricadrà sempre sull’alloggio che si presenta meglio. Pensate per un solo attimo a quando scegliete la vostra camera d’albergo e vi ritrovate alcune proposte nella stessa zona e con i medesimi prezzi, quale scarterete per primi? Le proposte con le immagini peggiori.
E poi qual’è quell’utente che si sente degnamente rappresentato da immagini scadenti o senza atmosfera? Dietro l’acquisto di una casa ci sono spesso i sacrifici e aspettative di una vita ma molti non sembrano considerarlo, perlomeno a sufficienza.
Uscire con una immagine “sbagliata” o “distorta” della propria attività o dei propri prodotti e servizi, significa spesso per un imprenditore o un operatore professionale, rendere inutili tutti gli sforzi intrapresi sino a quel momento per promuoverli, vanificandone così risultati e risorse impiegate.
E’ inutile investire un’ enormità in strumenti, arredi, ristrutturazioni se poi l’immagine che ne esce, che è quella che ci rappresenta, non si avvicina neanche minimamente all’idea che ne abbiamo e che non riusciremo così a trasmettere alla nostra potenziale utenza o clientela.
Ritornando all’esempio delle strutture ricettive vorrei far notare che secondo le ultime rilevazioni il tempo medio che l’utente tipo impiega per scegliere la camera di un albergo sembra essere sceso sotto il trentesimo di secondo. Questo significa che basta una rapida occhiata a questi per immedesimarsi e, eventualmente, essere disponibile ad approfondire l’offerta che gli viene sottoposta in quel dato momento. Se incuriosito o affascinato dall’immagine sarà disposto a proseguire nella disamina dell’eventuale proposta, diversamente proseguirà la sua ricerca.
Di esempi ce ne sarebbero a centinaia e mi riprometto, laddove avrò il tempo, di approfondire ulteriormente l’argomento con esempi e riflessioni.
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